L'elegante portale del Palazzo Vescovile
Un
carcere abbattuto per far posto alla Cattedrale. La volontà manifestata dal
Comune di espropriare il Palazzo Vescovile, ancora in costruzione, per
ospitarvi un nuovo carcere al pian terreno e l’aula consiliare al primo piano.
E’ quanto emerge dalla lettura di un verbale di seduta del consiglio comunale
riunitosi in data 6 gennaio 1609. Un prezioso documento che consente anche di
rivedere e correggere alcune notizie inserite da Padre Giovanni Parisi nel suo
volume “S. Lucia e il Melan nel mito e nella storia”. Come la data di avvio del
cantiere del Palazzo Vescovile, che non ebbe inizio nel 1609, bensì qualche
anno prima, tanto che nel 1608 (e non 1613, come erroneamente indicato in
passato) venne affissa l’iscrizione marmorea sull’elegante portale di piazza
Duomo. Un cantiere, ancora incompleto nel gennaio 1609, che ampliandosi
ulteriormente avrebbe finito con l’arrecare non poco disagio e fastidio
all’ingresso («introito») della vicina Matrice in costruzione e persino ai
cittadini che si recavano alla fontana pubblica per l’approvvigionamento
idrico, costringendoli a dover imboccare una stradina alternativa
(«vinella») particolarmente frequentata
da donne. Per ovviare a tali inconvenienti il consiglio comunale dell’epoca
decise allora di deliberare il blocco dell’espansione ulteriore del Palazzo
Vescovile, voluto dal cappellano maggiore mons. Simone Rao. Ma c’è di più:
l’edificio sarebbe stato addirittura acquistato dal Comune (così decise il
consiglio municipale forse per fare uno sgarbo a mons. Rao) al fine di adibirlo
a carcere al pian terreno - in sostituzione della prigione da abbattere per far
spazio alla costruenda Cattedrale - ed a sede distaccata degli uffici comunali al
piano superiore, dove oltre all’aula consiliare avrebbero trovato ospitalità
gli archivi municipali. Alla fine però non se ne fece nulla: il palazzo restò
nella disponibilità delle autorità religiose, favorite verisimilmente dalla
decisione viceregia («conferma») che aveva subordinato l’esecutività del
suddetto deliberato consiliare all’improbabile accettazione del cappellano
maggiore.
Il cartiglio marmoreo sul portale del Palazzo Vescovile che Padre Parisi trascrisse erroneamente con l'anno 1613 in luogo di 1608.
Il
documento anticipa dunque la datazione del Palazzo Vescovile che già nel 1608
era a buon punto, come attesta peraltro l’iscrizione marmorea ancor oggi
leggibile sul portale di piazza Duomo. E ad anticipare un’altra datazione,
questa volta della Cattedrale, è anche un secondo deliberato consiliare (21
novembre 1608), secondo il quale nel 1604 furono stanziate 600 onze per
favorire il completamento dell’edificio, che quattro anni dopo risultava già
costruito per «la magior parti». Risulta dunque erronea l’indicazione del 1607
quale anno di avvio del cantiere della Cattedrale riportato nel documento
trascritto da Padre Parisi (e prima ancora da mons. Salvatore Cambria) a pag. 364,nota 4, del suo “S. Lucia e il Melan nel
mito e nella storia”.
Tornando
alla delibera del novembre 1608, conviene aggiungere che in essa gli
amministratori comunali lamentavano le difficoltà connesse all’utilizzo
dell’antica chiesa madre, poco “decorosa” e soprattutto troppo piccola per
ospitare i fedeli che nel frattempo erano cresciuti di numero. Da qui la
necessità di portare a compimento il cantiere della nuova chiesa madre
intitolata a S. Lucia e dunque di rinnovare il contenuto della delibera del
1604, con la quale erano state stanziate 600 onze per completare appunto tali
lavori, delibera rimasta però lettera morta perché mai divenuta esecutiva:
infatti non era stata inviata al Vicerè ed al Tribunale del Real Patrimonio per
la necessaria “conferma”, così si chiamava il provvedimento delle autorità
superiori in Palermo che rendeva esecutive le delibere adottate dai consigli
comunali dell’epoca.
Cattedrale: geometriche decorazioni in pietra da taglio di una finestra esterna.
In
riferimento al cantiere della Cattedrale si trascrivono inoltre due mandati di
pagamento emessi, nei primi mesi del 1609, dall’amministrazione comunale del
tempo (i giurati) per favorire l’acquisto, tra l’altro, di calce e pietrame per
le murature e per stipendiare i maestri muratori ed i manovali, i quali - è
quanto emerge dalla lettura di uno di tali mandati - in base a precisa
disposizione contrattuale avrebbero dovuto essere necessariamente retribuiti
anche in caso di inattività del cantiere, ragion per cui, proprio per evitare
di retribuirli a vuoto («senza serviri»), l’Amministrazione ordinò alla
tesoreria comunale il versamento di 50 onze per consentire la prosecuzione
della fabbrica, scongiurando così il fermo delle maestranze.
§ I
Die 21 eiusdem (novembre 1608, ndr).
Consilium congregatum
per m[agnifi]cus Marium Trovato Ioannem Paulus Pagano Franciscum Basili et
Franciscum Carrozza Iuratos Universitatis S.te Lucie promulgato prius banno per
loca solita et consueta dicte terre ut moris est ut qualiter per Antoninum
Cipulla publicus preconem.
La
chiamata di voi altri gintilhomini et honorati citatini è per darli ad
intendiri come per il passato li nostri anticessori hanno fatto la magior parti
della fabrica della maggiore eclesia lo che è molto necessario tanto per decoro
dello culto divino quanto ancora per esseri questa che al presenti è di poco
capacità et ornamento ed anco è molta virgogna e poco reputatione di questa
Università haveri la maggiore ecclesia di questa cossì che pari esseri chiesa
di *** ma non maggiore essendo poi questa Università esser ampliata et piena di
populi di quello che era et a tali effetto nell’anno II Ind. 1604 si congregao
consiglio exponendole la sudetta necessità e bisogno // tiene questa Università
di complirsi detta maggiori ecclesia et per detto consiglio concluso nemine
discrepante [all’unanimità, ndr] che se li datti per detta fabrica per doi anni
onzi seicento sopra la gabella delli comuni et *** larghi della predetta
gabella che si havi di maturari et havendo passato alcun tempo quello non si
procurao di farsi confirmari per Sua Ecc[ellenz]a et Regio Patriomonio quello
denaro non si spesi per detta fabrica perciò ci è parso di novo congregari
consiglio et exponerli la sudetta necessità che certo li perdino molti divini
offici nelli tempo che si fa sollenità in detta magiore ecclesia per non vi
essere capacità et quello che da per voi sarrà concluso et determinato noi
exequiremo.
Marco
Antoni Carrozza secreto è di voto et pareri che per la fabrica della maggiore
eclesia per comprirla si vedano li conti di quello si ha speso et si vi è
alcuno che si devi si faza ad *** tutto quello si davi et si spendino per detta
fabrica et spesi che sarranno ditti denari in detta fabrica che si nu dugnano
di più onzi centocinquanta l’anno per anni quatro sopra la gabella delli comuni
et *** larghi (…).
Fuit
conclusum cum voto et pareri mag.ci Antonini Carrozza secreto [Archivio Storico
della Città di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. II del 1606-1610, ff. 541r, 541v, 542r, 542v]
Cattedrale: facciata principale.
§ II
Die
VI° eiusdem (gennaio 1609, ndr).
Preposta di consiglio fanno li mag[nifi]ci
Francesco Carrozza Mario Trovato Io. Paulo Pagano et Francesco Basili Iurati di
questa Università di S.ta Lucia promulgato prius banno per loca solita et
consueta ditte terre ut qualiter per Antoninum Cipulla publicus preconem.
La
chiamata di voi altri gintilhomini et honorati citatini è perché per molti
gintilhomini et citatini di questa Università ni è stato fatto instanctia che
il nostro Maggiore Cappellano fabrica una casa grandi innante la porta della
matrici ecclesia di questa Università et innanti lo piano dell’acqua di essa
Università quali fabrica tutta via atendi a passarla innanti et si vedi
claramenti come a tutti voi costa che detta casa fabricandosi leva lo introito
di essa matrici ecclesia et anco lo piano di l’acqua predetta che sarrà necessario
per andari a pigliari acqua passari per vinella dove si va a pigliari acqua la
magior parti delli genti di essa Università et particolarmente donne che non è
cosa conveniente per la indecenttia della ditta eclesia quanto per la detta
acqua che si detta casa fossi fatta per li causi da diversi come havemo ditto
che non promettissimo detta fabrica si passi innanti havimo fatto trattare con
detto Maggiore Cappellano et anteposto li questi sopra detti ragione et anco
pregatoli et scricto che si volessi desistere di detta fabrica che altramente
non desistendosi recorreriamo a Sua Ecc[ellenz]a et Real Patrimonio che li
ordinassi non passare detta fabrica innanti stanti li sopra ditti causi tanto
relevanti quali Maggiore Cappellano havendo // inteso li sopra detti raggione
et particolarmente lo impedimento si fa allo introito di essa matrici ecclesia
con forzo si ha contentato non passari innanti detta fabrica con questo che
quel tanto ha speso per essa fabrica si li pagasse per providersi di altra casa
per habitare perciò si han fatto congregari a voi altri in questo consiglio a
ciò vedano quel tanto sopra ciò li pare che quel tanto sarrà concluso per voi
noi recurriremo a Sua Ecc[ellenz]a et Real Patrimonio che sopra ciò proveda.
Ottavio
Carrozza è di voto et pareri che detta fabrica fa lo Maggiore Cappellano non si
lassi passari innanzi ma quella si compra per la Università et si ci paga per
quanto sarrà extimata per quatro mastri eletti doi di l’una parti et dui di
l’altra et in caso di discordia che si esiga un terzo tanto più che detta
fabrica possa servire ad essa Università sotto per carcere perché questi già si
levano per la fabrica di la matrici ecclesia in tanto che sarria necessario
fabricarni di novo et sopra di essi carceri si potrà fare un tocco (?) per essa
Università dove si possa congregare consiglio tenere carte et servire per li
servitij et decoro di essa Università et questo tocco (?) non occupa ne piano
di acqua ne introito di chiesa intanto che detta fabrica è necessaria alla
Università et per pagare detta fabrica per quella sarrà extimata si pigli lo
denaro della gabella delli comuni et cossì è di voto et parere et che innanti
detto presenti consiglio si mandi a confirmare per Sua Ecc[ellenz]a et Real
Patrimonio.
(…)
Fuit conclusum cum voto et pareri Ottavius Carrozza nemine discrepanti
[Archivio Storico della Città di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. II
del 1606-1610, ff. 543v, 544r,
544v].
In basso la copia digitale del verbale di seduta consiliare appena trascritto (si ringraziano per la gentile concessione l'Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, nella persona della responsabile dott.ssa Arizzi, e l'Amministrazione comunale).
§ III
Philippus etc.
Vicerex in regno Sicilie. Mag.cis
Iuratis terre Sancte Lucie fidelibus Regi dilettis salutem. E’ stato supplicato e provisto del tenor che siegue.
Ill[ustrissim]o
et Ecc[ellentissim]o Sig[nor]e li Giurati della terra di Santa Lucia diceno a
V[ostra] E[eccellenza] che il Maggior Cappellano di quella va fabbricando una
casa grande innanti la porta della maggior ecclesia di detta terra, la quale
fabrica passandosi innanti verria ad occupare detta maggior ecclesia e
l’introito di quella et anco li viene ad occupare il passo dell’acqua di detta
Università e perciò si è detento conseglio e quello è stato accordato che detta
fabrica si dovesse pagare a detto Maggior Cappellano e non se ci lasciasse
passar innanti e tanto più che fabricandosi la maggior ecclesia quale si va
fabbricando si viene a levare la carcere e l’Università viene a restare senza
carcere. E perché detta fabrica sarrà a proposito per farse detta carcere e
serverà pure per altre comodità di detta Università senza passarse più innanti
e non viene ad occupare ne la maggiore ecclesia ne meno il piano dell’acqua della
manera che è hoggi e si come meglio per detto consiglio appare detendo a 6 di
Genaro prossimo passato al quale s’habbia relacione. Perciò supplicano V[ostra]
E[eccellenza] resti servita farli gracia di confirmarle et approbarle detto
consiglio et ordinare che se ni possano servire di detta fabrica per carcere
come si è appuntato e concluso per detto consiglio ut altissimus. Panormi 16
Februarij VIIIa Ind. 1610. Precedente
consensu maioris cappellam confirmatur et *** pecunie gabelle comunium non
admittantur si sunt destinati ad // effectum. Per essecucione della quale
provista vi ordinamo che precedendo prima sopra l’antedetti il consensu e
voluntà del sudetto Maggior Cappellano in tal casu essequirete e farete da cui
spetta essequir et osservare il sudetto precalendato consiglio che noi quello
in virtù della presente confirmamo laudamo et approbamo ac nostro viceregio
munimine roboramo e validamo con che essendo l’introiti di detta gabella delli
comuni destinati ad altro effetto et ci pagando detti introiti ordinamo e
vogliamo che non *** ha ammesso il fatto buono nelli conti quello danaro
spenderete di detta gabella ad altro effetto che per quello che è stato
destinato e così essequirete. Dat. Panormi die 18 Augusti Viii Ind. 1610 (…)
[Archivio Storico della Città di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. II
del 1606-1610, ff. 157r, 157v].
Palazzo Vescovile: particolare delle decorazioni in pietra da taglio di una finestra della facciata principale.
§ IV
Die
29 Ianuarij VII Ind. 1609.
Noi
giurati di questa Università di S.ta Lucia dicimo et ordinamo a voi Io.
Dominico Crisafi tesoriero // di detta Università che delli denari di essa
Università pervenuti in vostro poteri pagati a don Alexiandro Sibilla et a don
Antonino Puleio procuratori della fabrica di la maiori ecclesia di essa
Università sub titolo di S.ta Lucia onze cinquanta et ci li danno per pagari li
mastri manuali calcina maragma
(fabbrica, muratura, ndr) per essa fabrica stanti che per non vi esseri
denaro di essa fabrica si pagano li detti mastri senza serviri perché così è
stato fatto il contratto che non li dando di fabricari la ecclesia l’habbia di
pagari et per evitari tanto interesse si li donano li sopradetti onze 50 per
atendiri a detta fabrica in servitio di nostro Signori Dio et di essa
Università et per esseri fatti boni in vostri conti da esso recoperireti atto
publico di conferma, dicimo onze 50.
Francesco
Basili, Mario Trovato, Francesco Carrozza, Io. Paulo Pagano.
Paulo
Guidotta, Antonino Pagano, Vincentio Flaccomi.
*** confessio in attis Ioseph Puleo die
24 Ianuarij VII Ind. 1609 [Archivio
Storico della Città di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. II del
1606-1610, ff. 488v, 489r].
§ V
Die
10 martij VII Ind. 1609.
Deputati della fabrica della matrici
ecclesia.
Noi
Giurati di questa Università di S.ta Lucia dicimo et ordinamo a voi Io.
Dominico Crisafi tesoriero di detta Università che dello denaro in vostro
poteri pervenuto et da perveniri di detta fabrica pagati a don Alexiandro
Sibilla onzi dechi procuratori di detta fabrica li quali vi li danno per compra
di tante cauzi rina petra mastri et manuali delli quali spesi detto procuratori
si ni habbia teneri nota per includerle in lo presenti mandato et per esseri //
fatti boni in vostri conti da esso recuperireti atto publico di confessione.
Mario
Trovato, Io Paulo Pagano, Francesco Basili, Alexandro Sibilla deputato.
*** confessio in attis Ioseph Puleo die
XII° martij VII Ind. 1609 [Archivio
Storico della Città di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. II del
1606-1610, ff. 500r, 500v].
Legenda:
***
= termine di difficile trascrizione
//
= fine di ciascun foglio manoscritto
In basso, stemma presente nel portale del Palazzo Vescovile.