Un archivio può rivelarsi,
soprattutto quando è inesplorato, una preziosa fonte di informazioni su
committenze e datazioni di opere d’arte. E’ il caso dell’Archivio Storico
comunale di S. Lucia del Mela, che proprio in questi giorni, per iniziativa
dell’Amministrazione comunale, sta entrando a pieno titolo nell’era digitale.
Il sindaco geom. Antonino Campo ha disposto infatti la digitalizzazione di gran
parte degli antichi documenti ivi contenuti, eseguita a titolo gratuito da un gruppo
di volontari (perlopiù studiosi e studenti universitari).
Un’iniziativa meritoria che
consegnerà all’ente ed agli studiosi una “copia di sicurezza”, evitando in
futuro di sciupare ulteriormente gli antichi manoscritti, sfogliandoli
ripetutamente, e salvaguardando nel contempo le preziose fonti storiche da
eventuali furti, incendi ed altre calamità che danneggerebbero
irrimediabilmente le antiche carte manoscritte. Ma soprattutto, attraverso una
serie di DVD facilmente riproducibili, sarà possibile per gli utenti “portare
via” l’intero archivio, sfogliandolo comodamente - sia pure in formato digitale
- nelle proprie case, anche il sabato e la domenica, giorni di chiusura degli
uffici comunali.
Sarà così più facile accedere
alle antiche notizie d’archivio ed alle tante sorprese che potranno riservare.
Come nel caso del reliquiario della Santa Croce, pregevolissima opera del
Tesoro della Cattedrale. Chi scrive, attraverso i primi esperimenti di
digitalizzazione, ha rinvenuto il documento che ne attesta inequivocabilmente
l’anno di realizzazione. Una piccola ma affascinante scoperta condivisa con la
dott.ssa Maria Pia Mistretta, storica dell’arte presso la
Sovrintendenza ai BB. CC. di Messina, che ha gentilmente redatto per queste
pagine una breve scheda, estratta da un suo più ampio lavoro, che aggiunge
nuovi dati rispetto a quanto già scritto in passato da altri, tra tutti Padre
Giovanni Parisi, il quale descrisse il reliquiario alle pagg. 374 e 375 del suo
Il documento
Die VIIII° 9bris [novembre, ndr]
X Ind. 1596
Noi giorati di questa Università
di S.ta Lucia dicimo et ordinamo a Voi Ottavio Carrozza tesoriero di detta
Università che pagati al doctor theologo don Francesco Carrozza Vicario dello
clero di detta Università unzi setti quale che li damo per agioto (aiuto, ndr) per
haver a comprare una thecla di argento et supra adorata di magior summa di
detti unzi setti la quale servi per conservari lo ligno della Santissima
Crucifissione di nostro signore Iesu Cristo che detta Università teni e per
esseri fatti boni in vostri cunti da esso recupeririti atto publico di
confessioni, dicimo unzi VII.
Io Dominico Crisafi, Marco
Antonio Carrozza, Mario Sisilli I[urati],
Io Francesco di Amico, Francensco
Trimonto (?), Petro Paulo di Patti d[eputati].
Extrat (?) confessio in attis de Mendolia die VIIII 9bris X Ind. 1596
[Archivio Storico comunale S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 1 del 1595-1600, f. 2v].
La scheda redatta dalla dott.ssa
Maria Pia Mistretta
CROCE RELIQUIARIA
Argento dorato, sbalzato,
cesellato, inciso
35x16
Bottega orafa siciliana
La bellissima croce reliquaria,
costituita da una lamina d’argento dorato su un’anima lignea, presenta sia sul recto che sul verso la
medesima lavorazione a sbalzo a cesello e a incisione. Il profilo è definito da
una doppia cornice liscia; i bracci presentano una decorazione a volute
contrapposte su un fondo puntinato. Al centro è inserita la teca ovale
contenente la reliquia della Santa Croce.
Le figure di santi e sante su
nubi che occupano le formelle polilobate ai capicroce sono delineate con
immediatezza e attenzione naturalistica,
nelle fisionomie dei volti e nei dettagli degli attributi iconografi
individuali e nelle vesti, contraddistinte da panneggi, elaborati persino nella
definizione delle ombreggiature rese attraverso tratteggi disposti con
sapienza. Va sottolineata inoltre la scioltezza con cui le figure sono inserite
nel ristretto spazio e la varietà di posizioni assunte.
Uguale minuzia è impiegata nella
base che rappresenta un’altura pietrosa, con chiaro riferimento simbolico al
Golgota, costellata di piccoli ciuffi d’erba e persino di minuscole architetture.
Il manufatto presenta uno stato
di conservazione in generale discreto; risultano mancanti alcuni dei piccoli
frutti terminali applicati attraverso perni metallici.
Il recente rinvenimento di
un documento presso l’Archivio Comunale rappresenta una preziosissima risorsa
per la datazione della croce, che pertanto si può fissare agli anni allo scadere del XVI secolo. L’atto testimonia lo stanziamento di una somma di sette onze
come contributo della comunità luciese per l’acquisto del reliquiario di valore
superiore. Tutto l’apparato stilistico e decorativo legato al nascente gusto
rinascimentale è perfettamente coerente con la datazione che viene ad essere
certificata, anche se non sono da escludersi interventi di epoca
successiva.
Nella croce, priva di marchi, è
ravvisabile la mano di un grande artista, il cui nome rimane tuttavia
sconosciuto. L’opera è certamente ascrivibile ad una delle molte botteghe orafe
siciliane capaci di produrre oggetti, come nel caso
presente, di grandissima qualità.
Le foto gentilmente concesse da mons. Raffaele Insana
Recto
Verso
La base
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