La chiesa dell'Annunziata vista dal Castello
Appena 22 anni prima, nel 1587, ne era stata impreziosita la facciata principale con un artistico portale decorato in pietra da taglio. La chiesa dell’Annunziata, come si evince da un dettagliato verbale di seduta consiliare che di seguito si trascrive parzialmente, minacciava rovina. Era la primavera del 1609. I problemi statici riguardavano soprattutto un muro pericolante posto in prossimità dell’organo, muro che, sebbene fosse stato precedentemente incatenato, rischiava di travolgere la tribuna, il suo coro, la sacrestia e persino il campanile quattrocentesco.
Per
ovviare a tali inconvenienti gli amministratori comunali dell’epoca, i giurati,
decisero dunque di convocare il consiglio comunale, proponendo un intervento suggerito
da un ingegnere e rivolto a realizzare due “barbacanj o dolfini”, ossia due robuste
scarpe di rinforzo da collocare alla base del muro pericolante. Scarpe che si
sarebbero dovute eseguire previo scavo di profondi fossati, in maniera tale da
rinforzare il muro pericolante sin dalle fondamenta («pedamenti»). La
circostanza poi che tali barbacani si sarebbero dovuti realizzare lungo la
strada pubblica ci spinge ad ipotizzare che il muro oggetto d’intervento fosse
quello che attualmente si osserva - lungo le facciate esterne - alla sinistra
del portale laterale della chiesa: si tratta infatti di un’alta struttura
muraria che, oltre a sorgere in prossimità della tribuna (porzione della chiesa
più di tutte minacciata da un eventuale crollo), presenta ancor oggi una
possente scarpa di rinforzo. Di conseguenza è verisimile che l’organo fosse
collocato nel 1609 non già in prossimità del portale principale, dove
attualmente si trova, bensì nella tribuna.
La scarpa di rinforzo: forse l'intervento progettato nel 1609?
Il
verbale di seduta consiliare, nel sottolineare il notevole pericolo per la
pubblica incolumità («sarrìa gran fracasso et occisione di persone»), descrive
con dovizia di dettagli la ricerca della fondi finanziari da destinare al
finanziamento dei lavori. Su proposta del sindaco Giuseppe Monforte si deliberò
infatti di imporre per la durata di quattro anni un tributo locale, la gabella
sulla «venditura del pane», da destinare appunto al finanziamento del cantiere.
La proposta del sindaco venne deliberata quasi all’unanimità: su 65 consiglieri
presenti (da Cola Pietro Giunta a Antonino Pagano, da Andrea Rugulo ad Angelo
Schepisi) soltanto uno si astenne: Paolo D’Amico detto Ranunchia.
Die
8° eiusdem (maggio 1609, ndr).
Preposta di consiglio fanno li
mag[nifi]ci Mario Trovato, Io[anni] Paulo Pagano per la absenctia di Francesco
Basili che si retrova fora di questa terra et suo territorio et per la
absenctia di Francesco Carrozza che si trova a letto malato, giurati di questa Università
[Comune, ndr] di S.ta Lucia promulgato prius banno per loca solita et consueta
ditte terre ut moris est *** per Antoninum Cipulla publicus preconem [banditore, ndr].
Gintilhomini
et honorati citatini la chiamata delli S.ri VV. è stata per darli ad intendiri qualmenti // li procuratori della ecclesia devota della nostra S[igno]ra della
Annunciata parrochia antiquissima di questa nostra Università ni havero fatto
ad intendiri et cossì claramenti si vedi che si va precipitando per diversi
parti di quella et precise dello muro del’organo il quali più anni sonno che ha
incomenzato a largarsi et hora sta aminazando ruina di cascari non li giovando
esseri incatinata al quale per essere di grandi alteza et largazza cascando con
esso tirirà larco del santissimo crocifisso la tribona il coro l’organo
sacrestia et anco farrà consentire et precipitarsi il campanaro inseme con
tutta la eclesia per esseri antiqua fabrica molta antiqua et fabricata si come
di ingingneri è stato provisto che detta eclesia cadendo si come di facili non
po mancare di sucediri lu danno et si non vi è opportuno remedio et aiuto con
prestezza verrà a farci di interesso a questa Università di scuti dechimila di fabrica che
di novo li vorria detta fabrica farni ultra il danno che potria succediri a lu
detto muro cossì a tempo che la detta chiesa si trova piena di genti che stanno
intendendo missa et altri divini offici et nelli festi principali et dominichi
del’l’anno che per la devocione grandi che ci è in ditta eclesia per sempri
piena nelli missi et divini offici et anco in giorno di lavoro il che
succedendo casu quod absit sarria gran fracasso et occisione di persone unde
per servitio et ornamento del culto divino è necessario innanti che si venga a
tali e tanto gran danno provedersi di opportuno remedio che son questi // di
farsi doi grandissimi barbacanj seu dolfini che incomenzassero dalla strata
pubblica per appoggiare a detto muro et quel tanto è necessario nelli quali vi
è necessario farsi fossati grandissimi per haveri stabilezza et profundi
pedamenti acciò detto muro stia fermo et non più vada precipitandosi si come
ogni uno di noi lo ha visto et vedi essere cosa necessaria et per lo per farsi
dette barbacani seu dolfini et per farsi larco della tribona innanti che
cascassi li è necessario grandissima spesa et non havendo la ditta chiesa di
onde reparare pigliare stante che è povera et non ha patrimonio alcuno come ad
ogni uno consta et acciò non succedi maggior danno et interesso al populo di
detta Università et per potersi con facilità et prestezza reparare detta chiesa
quali al presenti si ritrova in urgenti necessità di cascari perciò havemo
fatto congregari et intendiri supra ciò quello li pari per servitio di nostro
S[igno]ri et della santissima sua matri nostra S[igno]ra et quel tanto che
sarrà per voi concluso dondi si exequirà.
Gioseppi
Monforti sindico di essa Università havendo inteso et ben considerati la
condengnia preposta di detti magnifici giurati per trovarsi modo et manera di
cavarsi il denaro per detto reparo et fabrica di detta sancta casa di nostra
S[igno]ra della Annunciata è di voto et parere che si inponga una gabella sopra
la vendita del pani et si dugni per anni quattro per subsidio di detti repari
et remedij di detta fabrica con questo che si facci scandaglio dalli magnifici
Iurati di questa Università sopra il pane di tarì uno et grana dechi per unze
di venditura che veni // un pichiulo per pani (…) [Archivio Storico della Città
di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. II del 1606-1610, ff. 559v, 560r, 560v, 561r].
Legenda:
***
= termine di difficile trascrizione
//
= fine di ciascun foglio manoscritto
Di seguito i fogli 559 verso, 560 recto, 560v e 561r del vol. II del 1606-1610 del fondo "Corte Giuratoria" (si ringrazia per la gentile concessione l'Amministrazione comunale; un ringraziamento va inoltre alla dott.ssa Arizzi, responsabile dell'Archivio Storico comunale, per la cortese disponibilità).
Ancora più in basso, le eleganti decorazioni in pietra da taglio del portale della facciata principale eseguite nel 1587.
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