Risale
all’agosto 1607 la concessione edilizia rilasciata dai giurati (gli
amministratori comunali del tempo) al fine di fabbricare il Palazzo Vescovile.
Beneficiario del provvedimento fu mons. Simone Rao, il Cappellano Maggiore del
Regno di Sicilia che ottenne per sé e per i suoi successori il diritto di
costruire l’edificio, previo pagamento di un canone annuale (4 tarì) da
corrispondere in perpetuo al Comune di S. Lucia.
Il
terreno oggetto di concessione era ubicato in località « Piazza» (Platea nel documento, ghiàzza per dirla coi Luciesi) o «Fonte
dell’Acqua». Il provvedimento, finalizzato alla costruzione di un grande
fabbricato («domum magnam») e rilasciato in presenza e col consenso di undici
cittadini appositamente convocati dai giurati, impegnava mons. Rao a costruire anche
la strada dove sorgeva la casa di Giuseppe Longo, in città soprannominato Faciòla.
L’esecuzione
dei lavori, come si evince da un’annotazione riportata nella Giuliana Parisi
(tomo VI, notaio Fulco, ff. 302 r e v), fu affidata all’appaltatore Vincenzo
Feriati di Novara di Sicilia, col quale il Rao stipulò apposito contratto il
primo dicembre 1607, tre mesi dopo la data della concessione edilizia. Non
sappiamo chi sia stato il progettista dello storico edificio, forse lo stesso mastro
Vincenzo, il quale verisimilmente era parente dell’altro Feriati, Filippo, che
nel 1615 disegnò il prospetto dell’edificio ormai terminato.
Di seguito la trascrizione del documento d'archivio (un affettuoso ringraziamento al prof. Franco Biviano per la preziosissima consulenza, attraverso la quale è stato possibile decifrare alcuni termini oscuri allo scrivente).
Die 27 augusti V Ind. 1607
Magnifici Iohannes Dominicus Crisafius
Iohannes Andreas Trovatus et Franciscus Flaccomius iurati universitatis S.te
Lucie presentes cogniti etc. atendentes ad comodum et decoro universitatis preditte
terre vi presentis et omni meliori modo etc. concesserunt et concedunt
Reverendissimo domino don Simoni Rao regio maiori cappellano terra preditte presenti *** S.te Lucie locum sive spacium terreni vacui existentes [sic per "existentis"] intus dittam
terram ut dicitur della acqua platea ditte terre incipiendo silicet della
cantonera dovi al presenti è lo botisco della acqua a corda tirata di alto a
baxio inseme con lo piano della strata collaterali a ditto botisco con patto
tamen che detto Reverendissimo don di Rao sia obligato fari la strata dovi è al
presenti la casa di Gioseppi Longo alias faxiola ad effectum frabicandi domum
magniam pro comodo ditti Reverendissimi domini don Simonis Rao et eius
successorum cum onere solvendi ditte universitati tarenos quatuor singulo anno
in perpetuum a qua [sic per "ad quam"] concessionem devenerunt cum consensu et voluntate
infrascrittorum civium et adiunctorum congregatorum presentium et congnitorum ***
silicet Marius Antoninus Carrozza Vincenctius Flaccomi don Antoninus Puleio
Iacobus Sibilla Antoninus Gregorius Domicius Iohannes Marie Stefanus
Stravoticari Antoninus Pagano quondam Iohannes Andre Ioseph Longo Philippus
Liporino et Constantinus de Paula laudantium et consencienctium promittentes
ipsi Iurati Iuratorjis nominibus locum ipsum defendere ab omni molestia etc. unde etc. Iure
proprietatis et omni alio meliori modo etc.
[Archivio Storico comunale S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, 1606/10 vol. 1, f. 308r]
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