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«Si custodiscono - rilegati in pergamena ma ancora in disordine e in pericolo di rapido deterioramento - importanti collezioni di documenti e manoscritti della più remota antichità, la più parte concernenti le varie attività amministrative: Corte Civile, Corte Giuratoria e "Insinue", cioè registrazioni di Atti notarili. Particolare interesse presentano i 12 volumi (più volte citati) della "Giuliana" del Notaro Parisi il quale, con pazienza certosina, vi sunteggiò - intorno al 1750 - gli Atti più importanti degli antichi Notari; le "Scritture" di D. Marco Cocuzza e il "Libro del Sindaco" con trascrizione di documenti preziosi. Tanta documentazione storica è stata finora pressocché ignorata dagli studiosi, e non soltanto da essi. Ci auguriamo che questo materiale, organicamente ordinato, possa costituire fonte di studio e di consultazione, divenendo nucleo prezioso di una civica biblioteca che non dovrebbe mancare in una cittadina di così splendide origini» (P. Giovanni Parisi T.O.R., S. Lucia e il "Melan" nel mito e nella storia, Tip. "S. Cuore", S. Lucia del Mela 1973, pagg. 385-386).

mercoledì 17 ottobre 2012

La devozione dei Luciesi per mons. Antonio Franco, quando la Cattedrale era ancora incompiuta (1633).



Correva l’anno 1633. Erano ormai trascorsi 7 anni dalla morte di mons. Antonio Franco, le cui spoglie riposavano in Cattedrale. Proprio in quell’anno però s’era diffusa la notizia del sospetto trafugamento parziale della salma, circostanza che spinse mons. Vincenzo Firmatura, successore del Franco, a provvedere ad una ricognizione in presenza delle autorità civili e religiose. A darne notizia è lo storico Salvatore Cambria, che a pag. 81 del suo «Messaggero di bene - Il Servo di Dio Mons. Antonio Franco» (Boccone del Povero, Palermo 1977) riporta integralmente il verbale della stessa ricognizione, in seguito alla quale il corpo del Monsignore tanto caro ai Luciesi venne «riconosciuto e riveduto integro». Era il 7 luglio 1633. Il successivo 1 ottobre i giurati avrebbero ordinato alla tesoreria comunale di versare 4 onze per la ricomposizione del “tumulo”. Con altro mandato di pagamento emesso la settimana successiva finanziarono invece le luminarie per celebrare degnamente al Castello la scomparsa (2 settembre) del proprio “Beato”.

Certamente riesce difficile immaginare oggi la Cattedrale di S. Lucia del Mela nel 1633. Una chiesa ancora incompleta, un cantiere aperto, come si evince da un mandato di pagamento emesso il 27 febbraio di quell’anno dai giurati al fine di liquidare la riparazione dell’organo, gravemente danneggiato da una giornata di forte vento, complice il mancato completamento delle opere murarie: la Cattedrale - si legge infatti nel suddetto mandato - era ancora “smorata”. Da un altro documento d’archivio, segnalato nel 1977 da mons. Cambria e qui riportato, si evince poi che a pochi metri dalla tomba di mons. Franco era stata appena collocata, su uno dei portali d’accesso, l’iscrizione marmorea recante lo stemma (“arme”) del Cappellano Maggiore pro tempore, il corleonese Vincenzo Firmatura. Stemma ed iscrizione che provocarono una dura presa di posizione degli amministratori comunali, i giurati, i quali convocarono il consiglio al fine di ottenerne la rimozione. Comprensibile il disappunto degli amministratori locali, visto che la Cattedrale era stata innalzata a spese della collettività tramite il tributo comunale (gabella della seta) versato dai cittadini luciesi. Gli stessi giurati, inoltre, non mancarono di osservare che lo stemma da affiggere nella stessa Cattedrale sarebbe stato piuttosto quello del Comune di S. Lucia, unitamente a quello del Regno di Sicilia.

 Mons. Antonio Franco (foto Studioimmagine - si ringrazia per la collaborazione Mons. Santino Colosi)


Mandato di pagamento sulla sepoltura di mons. Antonio Franco

Die primo 8bris 2a Ind. 1633

A voi don Paulo Pagano thesoriero di questa città di S.ta Lucia si ordina che dello denaro di essa città pervenuto et da perveniri pagati a Francesco Cucuzza onze 4 li quali si li pagano per elemosina per farse il tumulo di monsignore Franco che ni dubitavamo non ni esseri stato preso il suo corpo come nella magiori ecclesia appari et per fari boni nelli vostri conti da esso recuperireti atto publico di confessione, dicimo onze 4.

Gio. Andria Patti [iurato]
Diego Paulillo [iurato]
d[on] Andria Gratia [iurato]
don Giovanni Gratia d[eputato]
Vittorino Patti d[eputato]
Gioseppi Pagano
De Trovato sindaco

Extat confessio in attis Ioannis Dominici Lumbardo [Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, ff. 475r e 475v]


Mandato di pagamento su una delle prime festività religiose in onore di Mons. Franco

Die 15 8bris 2a Ind. 1633

A voi don Paulo Pagano thesoriero di questa città di Santa Lucia si ordina che dello denaro di essa città pervenuto et da perveniri pagati a Gilormo Aliberto onze 2.12 quali si li pagano per haverli speso di ordini nostro alli 2 di 7bre nello giorno che passao di questa vita ad altra magiori don Antoni Franco nostro prelato che sonno per haverli fatto fare una luminarie nello castello per oglio cottoni lumirelli frasca alomenicchi fascina // et homini che fecero detto officio nello castello per devotione di detto giorno come di sopra et per farsi boni in vostri conti da esso recoperireti atto publico di confessione, dicimo onze 2.12.

Gio. Andria Patti
Vittorino Patti
Diego Paulillo
Gioseppi Pagano
don Andrea Gratia
don Giovanni Gratia
de Trovato sindaco

Extat confessio in attis Ioannes Dominici Lumbardo die 19 8bris 2a Ind. 1633 [Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, ff. 479r e v]


Lo stemma di mons. Firmatura 

Die 14 februarij Ia Ind. 1633

(lacuna nella copia originale, ndr)

La chiamata di voi altri gintilhomini et honorati citatini è per darve ad intendere qualmente monsignore Reverendissimo cappellano maggiore di Sua Maestà in grave danno preiuditio et interesse di questa Città ha posto l’armi soi sopra la porta novamente fatta nella Catridale Ecclesia di detta Città è come che detta Chiesa è cappella Regia di Sua Maestà et in nessun modo si devono porre arme di detto Cappellano Maggiore ma quando si dovessero porre si doveriano mettere l’arme di Sua Cesarea Maestà et di questa Città per esseri Cappella Regia et non del detto Cappellano lo che resulta per grave danno di Sua Maestà et di essa Città pertanto è necessario mandarse una persona seria (?) nella Città di Palermo a compariri innante Sua Eccellenza et dove sarrà necessario adiri et allegare li raggione *** a Sua Maestà et a detta Città a tal che si levassero detti armi posti in detta chiesa di detto mayor Cappellano stante li causi et receptj supradetti pertanto ogn’uno delli Vostri Signorij et hororati citatini dia il suo voto et parere che quello che sarra concluso et terminato da noi si exequirà.

Thomasio Caldaroni Regio Secreto di questa // Città è di voto (da qui in poi il documento presenta vistose lacune che lo rendono illeggibile; manca peraltro la pagina finale del presente verbale di seduta consiliare, ndr) [Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, ff. 412r e v]


Il contestato stemma di Mons. Firmatura sul portale sinistro della Cattedrale

«Leone rampante coronato d'oro con una chiave nelle branche e intorno allo scudo quattro castelli merlati cui stanno sovrapposti quattro chiavistelli» (Cfr. Rita Loredana Foti, Corleone antico e nobile. Storie di città e memorie familiari (secoli XV-XVIII), Officina di Studi Medievali, Palermo 2008, pag. 108)


La Targa mamorea alla base dello stemma.

D[ON] VINC[ENTIUS] FIRMATURA PRAE[LATUS] 
ORDINARIUS C[IVITATIS] S[ANCTE] LUCIAE 
ANNO DOMINI MDCXXXIII

Don Vincenzo Firmatura Prelato
Ordinario della Città di Santa Lucia
Anno Domini 1633


La manutenzione dell'organo nella Cattedrale "smorata"

Die 27 februarij prima Ind. 1633

A voi Paulo Pagano thesoriero di questa Città di Santa Lucia si li ordina che dello denaro di essa città pervenuto et da perveniri pagati al sacerdote don Onofrio Stravosicari (?) onze 4 quali si li pagano per haverli speso di ordini nostro et fatto veniri un mastro organista per haveri conzato l’organo della matrici ecclesia di questa predetta città quali era tutto guastato *** per trovarsi la ecclesia smorata per farsi di novo ci fu un vento valido che si levaro tutti li canni di detto organo quali non sonava et sonno per soi giornati et resso et recesso di cavalcaturi et per esseri fatti boni in vostri conti da esso recuperi reti atto publico di confessione, dicimo onze 4.

Diego Paulillo
don Andria Gratia
Gio. Andria Patti
don Giovanni Gratia
Vittorino Patti
Antoni Flaccomi

Extat confessio in attis Iohannis Dominici Lumbardo die 27 februarij prima Ind. 1633. [Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, f. 492r]


INGRANDIMENTI
















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