Correva
l’anno 1633. Erano ormai trascorsi 7 anni dalla morte di mons. Antonio Franco,
le cui spoglie riposavano in Cattedrale. Proprio in quell’anno però s’era
diffusa la notizia del sospetto trafugamento parziale della salma, circostanza
che spinse mons. Vincenzo Firmatura, successore del Franco, a provvedere ad una
ricognizione in presenza delle autorità civili e religiose. A darne notizia è lo
storico Salvatore Cambria, che a pag. 81 del suo «Messaggero di bene - Il Servo
di Dio Mons. Antonio Franco» (Boccone del Povero, Palermo 1977) riporta
integralmente il verbale della stessa ricognizione, in seguito alla quale il
corpo del Monsignore tanto caro ai Luciesi venne «riconosciuto e riveduto
integro». Era il 7 luglio 1633. Il successivo 1 ottobre i giurati avrebbero ordinato alla tesoreria
comunale di versare 4 onze per la ricomposizione del “tumulo”. Con altro
mandato di pagamento emesso la settimana successiva finanziarono invece le
luminarie per celebrare degnamente al Castello la scomparsa (2 settembre) del
proprio “Beato”.
Certamente
riesce difficile immaginare oggi la Cattedrale di S. Lucia del Mela nel 1633. Una
chiesa ancora incompleta, un cantiere aperto, come si evince da un mandato di
pagamento emesso il 27 febbraio di quell’anno dai giurati al fine di liquidare
la riparazione dell’organo, gravemente danneggiato da una giornata di forte
vento, complice il mancato completamento delle opere murarie: la Cattedrale -
si legge infatti nel suddetto mandato - era ancora “smorata”. Da un altro
documento d’archivio, segnalato nel 1977 da mons. Cambria e qui riportato, si
evince poi che a pochi metri dalla tomba di mons. Franco era stata appena collocata,
su uno dei portali d’accesso, l’iscrizione marmorea recante lo stemma (“arme”) del
Cappellano Maggiore pro tempore, il corleonese Vincenzo Firmatura. Stemma ed
iscrizione che provocarono una dura presa di posizione degli amministratori
comunali, i giurati, i quali convocarono il consiglio al fine di ottenerne la
rimozione. Comprensibile il disappunto degli amministratori locali, visto che
la Cattedrale era stata innalzata a spese della collettività tramite il tributo
comunale (gabella della seta) versato dai cittadini luciesi. Gli stessi giurati,
inoltre, non mancarono di osservare che lo stemma da affiggere nella stessa Cattedrale
sarebbe stato piuttosto quello del Comune di S. Lucia, unitamente a quello del
Regno di Sicilia.
Mons. Antonio Franco (foto Studioimmagine - si ringrazia per la collaborazione Mons. Santino Colosi)
Mandato di pagamento sulla sepoltura di mons. Antonio Franco
Die
primo 8bris 2a Ind. 1633
A
voi don Paulo Pagano thesoriero di questa città di S.ta Lucia si ordina che
dello denaro di essa città pervenuto et da perveniri pagati a Francesco Cucuzza
onze 4 li quali si li pagano per elemosina per farse il tumulo di monsignore
Franco che ni dubitavamo non ni esseri stato preso il suo corpo come nella
magiori ecclesia appari et per fari boni nelli vostri conti da esso recuperireti
atto publico di confessione, dicimo onze 4.
Gio.
Andria Patti [iurato]
Diego
Paulillo [iurato]
d[on]
Andria Gratia [iurato]
don
Giovanni Gratia d[eputato]
Vittorino
Patti d[eputato]
Gioseppi
Pagano
De
Trovato sindaco
Extat
confessio in attis Ioannis Dominici Lumbardo [Archivio Storico comunale di S.
Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, ff. 475r e 475v]
Mandato di pagamento su una delle prime festività religiose in onore di Mons. Franco
Die
15 8bris 2a Ind. 1633
A
voi don Paulo Pagano thesoriero di questa città di Santa Lucia si ordina che
dello denaro di essa città pervenuto et da perveniri pagati a Gilormo Aliberto
onze 2.12 quali si li pagano per haverli speso di ordini nostro
alli 2 di 7bre nello giorno che passao di questa vita ad altra magiori don
Antoni Franco nostro prelato che sonno per haverli fatto fare una luminarie
nello castello per oglio cottoni lumirelli frasca alomenicchi fascina // et
homini che fecero detto officio nello castello per devotione di detto giorno
come di sopra et per farsi boni in vostri conti da esso recoperireti atto
publico di confessione, dicimo onze 2.12.
Gio.
Andria Patti
Vittorino
Patti
Diego
Paulillo
Gioseppi
Pagano
don
Andrea Gratia
don
Giovanni Gratia
de
Trovato sindaco
Extat
confessio in attis Ioannes Dominici Lumbardo die 19 8bris 2a Ind. 1633
[Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, ff. 479r e v]
Die
14 februarij Ia Ind. 1633
(lacuna
nella copia originale, ndr)
La
chiamata di voi altri gintilhomini et honorati citatini è per darve ad
intendere qualmente monsignore Reverendissimo cappellano maggiore di Sua Maestà
in grave danno preiuditio et interesse di questa Città ha posto l’armi soi sopra
la porta novamente fatta nella Catridale Ecclesia di detta Città è come che
detta Chiesa è cappella Regia di Sua Maestà et in nessun modo si devono porre
arme di detto Cappellano Maggiore ma quando si dovessero porre si doveriano
mettere l’arme di Sua Cesarea Maestà et di questa Città per esseri Cappella
Regia et non del detto Cappellano lo che resulta per grave danno di Sua Maestà
et di essa Città pertanto è necessario mandarse una persona seria (?) nella
Città di Palermo a compariri innante Sua Eccellenza et dove sarrà necessario
adiri et allegare li raggione *** a Sua Maestà et a detta Città a tal che si
levassero detti armi posti in detta chiesa di detto mayor Cappellano stante li
causi et receptj supradetti pertanto ogn’uno delli Vostri Signorij et hororati
citatini dia il suo voto et parere che quello che sarra concluso et terminato
da noi si exequirà.
Thomasio
Caldaroni Regio Secreto di questa // Città è di voto (da qui in poi il
documento presenta vistose lacune che lo rendono illeggibile; manca peraltro la
pagina finale del presente verbale di seduta consiliare, ndr) [Archivio Storico
comunale di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, ff. 412r e v]
«Leone rampante coronato d'oro con una chiave nelle branche e intorno allo scudo quattro castelli merlati cui stanno sovrapposti quattro chiavistelli» (Cfr. Rita Loredana Foti, Corleone antico e nobile. Storie di città e memorie familiari (secoli XV-XVIII), Officina di Studi Medievali, Palermo 2008, pag. 108)
La Targa mamorea alla base dello stemma.
D[ON] VINC[ENTIUS] FIRMATURA PRAE[LATUS]
ORDINARIUS C[IVITATIS] S[ANCTE] LUCIAE
ANNO DOMINI MDCXXXIII
Don Vincenzo Firmatura Prelato
Ordinario della Città di Santa Lucia
Anno Domini 1633
La manutenzione dell'organo nella Cattedrale "smorata"
Die
27 februarij prima Ind. 1633
A
voi Paulo Pagano thesoriero di questa Città di Santa Lucia si li ordina che
dello denaro di essa città pervenuto et da perveniri pagati al sacerdote don
Onofrio Stravosicari (?) onze 4 quali si li pagano per haverli speso di ordini
nostro et fatto veniri un mastro organista per haveri conzato l’organo della
matrici ecclesia di questa predetta città quali era tutto guastato *** per
trovarsi la ecclesia smorata per farsi di novo ci fu un vento valido che si
levaro tutti li canni di detto organo quali non sonava et sonno per soi
giornati et resso et recesso di cavalcaturi et per esseri fatti boni in vostri
conti da esso recuperi reti atto publico di confessione, dicimo onze 4.
Diego
Paulillo
don
Andria Gratia
Gio.
Andria Patti
don
Giovanni Gratia
Vittorino
Patti
Antoni
Flaccomi
Extat
confessio in attis Iohannis Dominici Lumbardo die 27 februarij prima Ind. 1633.
[Archivio Storico comunale di S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 2 del 1630-1635, f. 492r]
INGRANDIMENTI
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