Si
è già riferito che quello della Cattedrale fu un cantiere di ampliamento
finanziato dalla collettività luciese attraverso l’imposizione di un tributo,
la gabella della seta. Viene dunque confermata la notizia data da qualche
storico locale circa l’inglobamento della vecchia matrice nella nuova, che
sorse dunque sulla stessa area occupata dalla precedente. La moderna Cattedrale
avrebbe dovuto essere di gran lunga più spaziosa, evitando così gli
inconvenienti legati all’utilizzo della vecchia chiesa, al contrario così
piccola da lasciare fuori («fora li porti») gran parte dei fedeli durante le
principali cerimonie religiose. Un inconveniente che in sede di seduta
consiliare del 9 aprile 1588 - la relativa delibera di imposizione della
gabella della seta per finanziare il cantiere può essere considerata l’atto di
nascita della Cattedrale - faceva indignare giurati e secreto, i quali
indicavano la penuria di spazio, rispettivamente, con le espressioni «cosa
indecenti» e «gran virgogna». Ma il problema connesso alla capienza dell’aula
della vecchia matrice (ad un’unica navata con facciata rivolta verso il non
ancora esistente Palazzo Vescovile) non era l’unico a preoccupare gli
amministratori comunali, che dovevano fare i conti anche con le minacce di
crolli delle sue strutture murarie, visto che la fabbrica oltre che piccola era
pure «periculosa di dirupamento», come potevano riscontrare in prima persona i circa
cento consiglieri comunali riuniti il 9 aprile 1588 proprio nella vecchia
matrice. Le lamentele spinsero così il consiglio a deliberare l’istituzione
della gabella della seta al fine di finanziare il cantiere della nuova e
moderna Cattedrale, in cui sarebbe stata appunto inglobata la vecchia fabbrica.
Tornando
al pericolo crolli è necessario precisare che tale minaccia non venne menzionata
in uno dei diversi decreti emanati da mons. Girolamo Riggio in sede di visita
pastorale del 1586, quando sostenne invece che l’edificio era in buone
condizioni, sebbene incapace di ospitare tutti i fedeli nelle occasioni
solenni. Circostanza quest’ultima che lo spingeva a proporre l’ampliamento della
Matrice, poi recepito dagli amministratori comunali, suggerendo persino un
progetto preliminare che come osservava mons. Salvatore Cambria restò lettera
morta, visto che l’aula del precedente edificio era proiettata verso l’area su
cui sarebbe sorto il Palazzo Vescovile. In ogni caso venne rispettata la
volontà del Riggio di salvaguardare il vecchio tempio, ampliandolo in una nuova
e moderna matrice, che, così come auspicava lo stesso Riggio, avrebbe avuto due
navate laterali.
Di
seguito si pubblica il decreto emesso da Mons. Riggio nel 1586, dalla lettura
del quale emergono le disposizioni progettuali che lo stesso aveva impartito
per l’ampliamento della vecchia matrice, disposizioni (in latino) trascritte e tradotte con
certosina pazienza dall’amico prof. Franco Biviano, che si ringrazia per la
preziosa e generosa collaborazione, senza la quale chi scrive non sarebbe riuscito
a decifrare l’antico documento proveniente dall’Archivio Capitolare e già
commentato da mons. Cambria a pag. 38 della sua Prelatura Nullius del 1962. Si trascrivono altresì la delibera
consiliare adottata nell’aprile 1588 e la relativa conferma viceregia - giunta
il 22 marzo 1590 - che dava il via all’imposizione della gabella della seta e
dunque ai lavori, i quali tuttavia, come già segnalato in precedenza, non
iniziarono prima del settembre 1592.
In
particolare, in riferimento alla conferma viceregia del 1590, conviene
evidenziare che tale documento è stato certamente consultato in precedenza dal
prof. Nicola Aricò, autore della voce su S. Lucia del Mela inserita nella guida
rossa della Sicilia edita dal Touring Club Italiano. L’Aricò data l’inizio del
cantiere al 1590, piuttosto che al 1607, come invece indicato da mons. Cambria
e da Padre Parisi. Una indicazione, quella del 1590 come anno d’inizio del
cantiere, di gran lunga più efficace rispetto a quella d’inizio Seicento
fornita dai due storici luciesi, anche se alla luce degli ulteriori
rinvenimenti d’archivio la giusta data d’inizio può farsi rilalire alla fine
del 1592.
Il decreto del 1586
di Mons. Girolamo Riggio
(trascrizione
rigo per rigo e traduzione a cura del prof. Franco Biviano, che si ringrazia
per l’affettuosa collaborazione)
f. 60/39/70r
1. DE
FABRICA ECCLESIAE
2.
Visitavimus fabricam ecclesiae praefatae S(anctae) L(uciae) et eius
3.
amplitudinem: et fabrica bene se
habebat,
4.
amplitudo vero non erat tanta qua in so-
5.
lemnitatibus multitudinem capere posset.
6.
Decretum
7. De
amplificanda Ecclesia Maiori S(anctae) L(uciae)
8.
Q(uonia)m Cathedralis Ecclesia S(anctae) Luciae tantae amplitu-
9. dinis
non est, ut in solemnitatibus, praeser-
10. tim
cum praedicatur verbum Dei et pro-
11. cessiones fiunt, confluentium hominum
12. frequentiam commode capiat. Ideo sta-
13.
tuimus praesenti decreto, ut quamprimum
14. duo
illa latera quae ad brachiorum simili-
15.
tudinem alterum extenditur ubi taberna-
16.
culum est Sanct(issi)mi Sacramenti Eucharistiae,
17.
alterum ubi est altare B(eatae) Virginis de Ro-
18.
sario, extendantur producanturq(ue) magis
19. utrimq(ue) spatiis aequalibus, ut navis longi-
20.
tudini correspondeant. Producatur etiam
21.
Cappella Maior quantum iudicio boni ar-
22.
chitecti satis erit, ut tota ecclesia Crucis
23.
similitudinem representet, facile enim pro
24.
ratione architecturae, quo modo est, et sine
25.
magnis sumptibus fieri potest; et quidem fieri
26. debet,
haec enim aedificatio ecclesiarum parrochialium
27. quae
Crucis similitudinem praesefert, maxime
f. 60/39/70v
1. commendatur, et censetur reliquarum omnium
2.
praestantissima. Poterunt etiam in omni-
3. bus
lateribus extrui Cappellae, quae pariter sibi
4.
correspondeant, longitudine et latitudine pro
5.
ratione situs, q(uonia)m est in area exteriori, undique,
6. magna
planities.
Traduzione
L’EDIFICIO DELLA
CHIESA
Abbiamo visitato
l’edificio della predetta chiesa di S. Lucia e la sua ampiezza: l’edificio era
in buone condizioni, l’ampiezza però non era tale da potere contenere la folla
nelle occasioni solenni.
Decreto
Necessità
dell’ampliamento della Chiesa Maggiore di Santa Lucia
Poiché la chiesa
cattedrale di S. Lucia non ha una capienza tale da contenere comodamente
l’afflusso delle persone nelle occasioni solenni, soprattutto quando viene
predicata la parola di Dio e quando si svolgono le processioni, col presente
decreto abbiamo stabilito che al più presto quei due lati che si estendono a
forma di bracci, uno dove c’è il tabernacolo del SS. Sacramento dell’Eucarestia
e l’altro dove c’è l’altare della Beata Vergine del Rosario, vengano prolungati
ulteriormente in misura uguale da una parte e dall’altra, in maniera da
uguagliare la lunghezza della navata. Si allunghi parimenti la cappella
maggiore di tanto quanto sarà giudicato sufficiente da un buon architetto, in
modo che tutta la chiesa abbia la forma di una croce; interventi facili dal punto di vista
architettonico e che possono essere realizzati senza grandi spese. Essi devono,
anzi, essere realizzati, dato che questa tipologia di costruzione delle chiese
parrocchiali a forma di croce viene sommamente raccomandata ed è considerata la
migliore in assoluto. Inoltre, su ogni lato si potranno costruire cappelle tra
loro simmetriche, di conveniente larghezza e lunghezza, visto che dalla parte
esterna è presente, da ogni lato, un grande spazio pianeggiante.
Pianta della Cattedrale in Francesca Paolino, Permanenza di caratteri medievali nelle chiese di età controriformista nell'area di Messina in "Archivio Storico Messinese", vol. 72 del 1997, pag. 25.
La
delibera consiliare del 1588
(n.b.: si è tentato
di trascrivere anche i nominativi dei singoli componenti del consiglio, non
tutti di agevole trascrizione. Venga dunque perdonato qualche eventuale errore
di trascrizione in questo o quel nominativo)
Die
9° aprilis V Ind. 1588
Preposta
di consiglio fanno li magnifici signori Fabio Romano Mario Trovato Nino Pagano
Ioanni Crisiscendo de Ioanne Maria Iurati del anno et sedia presenti promulgato
prius bando in locis solitis et consuetis ut moris est ad sonum campane intus
maiorem ecclesiam dicte terre.
Signori
gentilhomini et honorati citatini perché per la gratia di nostro Signore Iesu
Xhristo li genti di questa terra sunno acrixiuti et multiplicati et come le
Signorie vostre claramente vidino questa magiori ecclesia non è capaci de la minima
parti di quelli maxime in li giorni festivi et di sollennità che tucti li
populi stanno fora li porti di ditta ecclesia (cosa indecenti) et anco detta
ecclesia per esseri antiqua tucta via si veni dirrupare et per esseri povera
senza rendita nessuna non vi è modo di largarsi ne tampoco di ripararsi et si
noi non trovamo modo di remediarj caschirà et potirà succediri indubitatamenti
fari grandissimo danno et ni è stata fatta instantia da questi reverendi
sacerdoti che volissimo darci alcun modo *** di alagarsi detta ecclesia
velsaltini (?) remediarsi poiché è necessario questa somma di denari et non si
posendo lo aiuto quelli remediari nui videndo questo esseri la verità et come
cosa giusta che ogni uno havessi loco in ditta ecclesia e fare li soi orationi
et non stare fora a fare inpito de intrare come claramente ogni giorno si vedi
et potirà (detto guardante) // succediri alcuno grandissimo disturbo et per
remediare in questo et fare servitio a nostro Signore Iesù Xhristo, et comodo a
tutta la Università per questo si hanno chiamato et congregato le Signorie loro
aczzò con loro savi consigli diano modo et forma che si cavasse la somma di
potere dare principio accossì et bella Santa opera come casa di Idio et nostra,
et ogni uno di bona voglia dia la sua buchi perché si ni fa servitio
grandissimo a nostro Signore Idio et ni resulta la comodità et benefitio de li
animi nostre però in tutto si remetti al loro savio parere, et non altrimenti
et quello che da loro sarrà concluso da noi si exequirà.
Lo
signore Coletta de Amico secreto è di voto et parere che trattandosi di cossì
benefitio grande et per evitare lo grandissimo inconvenienti et danno potria
succediri per essiri detta ecclesia cossì piccola et periculosa di dirupamento
come che claramenti si vedi cosa di gran virgogna che una terra cossì
principale non haveri dato principio a di lagarse et comodarse detta maggiore
ecclesia et regia cappella che per hora per dar principio accossì et bella et
santa opera si inponga una gabbella di grani deci per ogni libra di sita di
manganello che si uscirà in questa terra et suo territorio et che per quilla
che farsi si uscissi fora di territorio trattandosi per quilli citatini che
nutrichiranno fora lu territorio et ditta gabbella // si aplici alla frabica di
detta maggiore ecclesia cum spendersi detto dinaro per due procuratori da
eligersi per li magnifici signori giurati et vicario di questa Università et
detti procuratori siano homini virtuosi et di bona conscientia et delli
principali di detta terra quali siano obligati da dar conto ogni anno della
expensioni di detti denaro innante tutte quattro signore giurati et vicario di
questa terra qui pro tempore sarranno incarricando li loro conscientij di veder
detto cunto suttilmenti et ditta gabbella sinchi dugna per anni incomenciando a
exigirla dopo havuta la confirma di Sua Eccellenza seu Real Patrimonio, et non
altrimenti et si *** et est eius ***.
lo
signor Nino Pagano quondam *** ut supra
lo
signor Salvo Pagano
lo
signor Placido Sibilla
lo
signor Ascanio Carrocza
lo
signor Minico Carrocza
lo
signor Masi Paulillo majuri
lo
signor Masi Paulillo minuri
lo
signor Francisco Pagano
lo
signor Andreotta Guidotta
Ioan
Paulo Mancuso
Calorio
Inpalà
Ioseppi
de Bella
Andria
Scoczino
Paolo
Papisi
Paolo
Galiaro
Marco di
Amico
Iuseppi
Martino
Gregori
Ruulo //
Nino
Moneni
Nardo
Laczulla
Santoro
Beniincasa
Nino
Ficarra
Ioanne
lo Puglisi
Martino
(?) Guidotta
Minico
Lipari
Cola
Mucati (?)
Paolo
Ficarra
Vincentio
di Melaczo
Blasi
Cumunali
mastro
Nello Crisafulli
lo
signor Francesco Romano
Ioseppi
Pautta
lo
mastro Cristofaro Carocza
Cicco
Trifirò
Paolo
Smundi
Ioseppi
de Alibrando
Bernardo
Piarlo (?)
Filippo
Ficarra
Antonino
de Amico
Coletta
Comunali
Gregori
Ruulo
mastro
Ioseppi Lipirinci
Bernardino
Barca
Nino
Allogruczzo
Horatio
Conti
Paulo de
Amico
Masi
Pandolfo
Paulo
Lipirino
Bernardino
La Malfi
Paulo
Pirruni
Gregori
Ficarra
Ioseppi
di Mastroantonio
Masi
Belluccia
Nino
Ianguerra
Nino
Sardo
lo
signor Ioseppi Pagano
Vincenzo
Piczo (?)
Cola Leo
Minico
Intillisano
mastro
Masi Allegruczzi
Salvo di
Paula
Austino
Conti
Vincenzo
Rera
Bernardo
Mustazzo di ***
Paulo
Barthucio
mastro
Filippo di Paula
Matheo
Schepisi
mastro
Augusti Nomanchi (?)
Conforto
Nocita
Iulio di
Mastropetro
Iulio
Pirruni //
Iulio
Ramera (?)
Ioseppi
Lipirisi (?)
Marco di
Amico
Calorio
Mostaczo
Paulo
Foti
Salvo La
Malfi
Iacobo
Xigliano
Salvo
***
Salvo di
Alì
Minico
Maczagatti
Nardo
Slubili (?)
Pacifico
Florello
Nardo
Cortina
Francisco
Pipirello
Paulo
Piczo (?)
*** ***
Ioseppi ***
mastro
Silvestro di Paula
Nino
Paldolfo
Dionisi
***
Minico
Cortina
lo
signori Francisco Crisaphulli
Iulio
Scalindij
Franceschello
Mustazzo
Cola
Antoni Schepisi
Francisco
***
Salvo
Leggio
Petro
Morea (?)
Nardo la
Zulla
lo
signore Masi Guidotta
Fuit
conclusum cum voto et parere magnifici domini Nicolai de Amico secreti nemine
discrepante [Archivio Storico comunale S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria,
vol. 3A 1590-1595, ff. 16r, 16v, 17r, 17v, 18r]
La
conferma viceregia del 1590
Philippus etc.
Vicerex in Regno
Sicilie Nob. Iuratis terre Sante Lucie regijs fidelibus dilettis salutem è stato supplicato et provisto
del tenor sequenti cioè Illustrissimo et Eccellentissimo Signore li Iurati della
terra di Santa Lucia dicino a Vostra Excellentia retrovandosi in detta terra la
maggiore eclesia oltra che pericola cascare attesa l’iniiquità del la frabica
di essa ecclesia et di tenimento pechialiss.o (?) talchè nelli giorni festivi
vi è confusione grandissima di genti quali vengano a vedere et sentire li
divini offitj, et sempri per quella maggior parte de li genti vi stanno di fori
si pericula di qualche timulto deliberaro diteniri consiglio publico acciò si
potessi dar qualche remedio a tanto inconvenienti inponendosi qualche gabbella,
de lo quale denaro si frabicasse da novo detta ecclesia et tutto ciò per non vi
esseri in detta chesia intrata alcuna. Il quali consiglio detento more solito
se concluse consideraro lo manco interesse di essa Università che si imponga
gabbella sopra la sita cruda a ragione di uno carlino per libra onde tutto ciò
non potendo essi giurati mandare executione senza confirma di Vostra Eccellenza
la supplicano resti servita ordinare che confirma lo predetto incluso consiglio
tanto più che la detta gabbella pagandosi non da detrimento alcuno allo
patrimonio di essa Università per essere più presto questo danaro elimosina
particolari de li genti che altro, et con tutto ciò lo recepiranno a gratia
particolare di Vostra Eccellenza. Panormi XI dicembri VI Ind. 1589. Confirmetur per executioni de la quali
provista vi dicemo et ordinamo che dobbiate exequire et per cui spetta fari
exequiri, et observare lo predetto consiglio detento a 9 di apreli V Ind. 1588
che noi quello in virtù della presenti vi confirmamo laudamo et approbamo ac
nostro viceregio munimine robboramo et validamo datarum Panormi die XXII Martij
VII Ind. 1590.
Il Chonde de Alva
[Archivio
Storico comunale S. Lucia del Mela, Corte Giuratoria, vol. 3A 1590-1595,
f. 15r]
Legenda
*** = termine di
difficile trascrizione
// = fine di
ciascun foglio manoscritto
Cattedrale di S. Lucia del Mela: l'anno 1739 inciso tra le decorazioni in pietra da taglio della cupola (si ringrazia per la cortese segnalazione l'amico Luigi Merulla).
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