Una tributo sulle sete per finanziare la costruzione
della Cattedrale di S. Lucia del Mela. Fu questa la fonte di finanziamento che,
almeno inizialmente, fu prescelta dagli amministratori comunali per far fronte
alle notevoli spese necessarie per fabbricare l’edificio religioso. Un tributo,
la “gabella della seta”, che tradisce una notevole produzione serica a cavallo
tra Cinque e Seicento nelle alture luciesi, dove indubbiamente era estesa la
coltivazione dei gelsi per produrre foglie da destinare ad abbondanti
allevamenti di bachi da seta.
Nel 1594 un bilancio comunale (libro d’introito ed
esito) attesta in oltre 200 onze l’introito annuale della gabella da destinare
alla fabbrica della Cattedrale. Una somma considerevole attestata dalla
seguente annotazione: «da Francesco Maria Pancaldo, per la gabella di la sita, onzi
duicento et dudichi quali per consiglio et confirma di Sua Eccellenza [il
vicerè, ndr] et Real Patrimonio sonno girate alla majore ecclesia per la
frabica et amplificattione di essa ecclesia, dicemo onze 212».
Una delibera del consiglio comunale adottata in data 13 settembre 1592
attesta che, sebbene finanziati già da tempo con la suddetta gabella, i lavori
tardarono ad iniziare a causa della mancata nomina del “depositario” che
avrebbe dovuto materialmente spendere i fondi, previa polizza sottoscritta da
due procuratori nominati periodicamente dai giurati. Con la delibera consiliare
del settembre 1592 venne così eletto il depositario nella persona di Marco
Sisilli e fu dunque dato il via ai lavori iniziati verisimilmente di lì a poco.
Tale provvedimento consiliare se da un lato conferma quanto già scritto dagli
storici locali, ossia che il cantiere di fatto venne in parte impiantato
nell’area della vecchia matrice, che coi lavori in questione sarebbe stata
dunque “ingrandita et ampliata” trasformandosi di conseguenza in un tempio più
vasto e moderno, dall’altro consente di anticipare la datazione del progetto di
Iacopo Del Duca di qualche anno: l’allievo di Michelangelo progettò con tutta
probabilità la Cattedrale luciese intorno al 1591, anno più, anno meno.
Un’ulteriore annotazione, inoltre, relativamente al
Vincenzo Feriati o Ferriato che dal 1607 completò il cantiere, modificando con
tutta probabilità le scelte progettuali del Del Duca. Ebbene, Vincenzo viene a ragione identificato con l'appaltatore che curò (a partire dal dicembre 1607) la costruzione del Palazzo Vescovile, anche se un disegno di tale
palazzo - custodito presso l’Archivio General de Simancas - risulta datato e firmato «F. Feriati, 1615». E
quest’ultimo era non già Vincenzo, bensì quel mastro Filippo Feriati che tra il
1613 ed il 1615 si alternò con mastro Geronimo Bartuccio alla carica di
“gubernatore dell’acqua” - così veniva chiamato il progettista preposto alle
manutenzioni dell’acquedetto civico - e che nel 1621 curò la manutenzione di
una stradella che saliva sino «alla piazza», accanto al palazzo municipale, lavori per i
quali furono necessari «200 carichi di petra grossa a grana sei lo carico dello
fiume», oltre a «calci, rina, petri minuti e mastri, manuali e homini».
Manutenzioni stradali che, come testimonia un mandato di pagamento emesso dai
giurati il 7 settembre 1621, si erano rese necessarie per «anchianàri li petri
della matrici ecclesia», dunque per agevolare e favorire il cantiere (Corte
Giuratoria, vol. 3 - 1610/1615, ff. 839v, 859r, 905 r e vol. 3 - 1618/1621, ff.
816 r e v e 837v ).
Dal un volume del fondo Corte Giuratoria (1618-1621),
infine, un contributo di appena 5 onze «per aiuto et subsidio della fabrica
della matri ecclesia che teni bisogno grandi» (6 novembre 1620) ed una spesa di onze 2
e tarì 6 erogata a «mastro Paulino Mancuso quali ci li damo per havere conzato
lo pulpito et havere chiuso la tribuna di tavoli altramenti non si potria
predicare nella matrice ecclesia e ditti onze 2 quasi sono per maestria, chiova
et tavole» (1 marzo
1621). Quest’ultimo mandato di pagamento si riferisce proprio alla
nuova matrice in corso di costruzione, dove si celebravano dunque le messe,
sebbene ancora non completate le fabbriche. La tribuna della
Cattedrale nel marzo 1621 era quindi ancora sprovvista di coperture, ragion per cui si
rendeva necessario dotarla di una copertura lignea provvisoria.
Il documento: il verbale di seduta consiliare del 1592.
Consiglio che si elessi Marco Sisilli per depositario
di li dinarj di la fabrica di la ecclesia.
Die Dominico (?)
Die 13 settembris VI Ind. 1592
Preposta di consiglio fanno li magnifici Masi Paulillo
Salvo Pagano cum Thomasi di Patti in publica platia loco solito et consueto
promulgato prius bapno per loca solita et consueta dicte terre et *** *** ***
per Ant. *** ***.
Gentilhomini et vui altri honorati citatini sapiriti
come per li nostri predecessori fu data et concessa una gabella supra la sita
cum voluntà del populo et confirmata per Sua Excellentia et Real Patrimonio ad
effetto di ampliarsi et ingrandirsi la maijurj ecclesia di questa Università
con spendirsi questa summa di dinarj per dui procuratore quali pro tempore
sarranno et videndo non essirj stato miso in executtioni la ditta fabrica et
amplearsi detta ecclesia per alora non haver stato miso depositario iddonio et
sofficinenti et facilitationi di detta ecclesia et del negotio et ordinij di
conti che detti procuratore sono obligati et attendirij piò facilmenti ad
sollecitare ad fare detta fabrica conforme al servitio di Idio Nostro Signore
et la volontà del populo per tanto comandamo da voi quello meglio la parj et a vui
vi piace sia eletto per ditta facilitationj et *** stare *** il dinaro et con
darci meglio conto.
Fabio Romano è di voto et pariri sia eletto per
depositario di li dinarj preditti Marco Sisilli per essiri persona habili et
che ditto di Sisilli non pozza dari il detto denaro senza polisa sobscritta di
mano di intrambo li dui procuratore qui pro tempore sarranno et che ditti
magnifici iurati habbiano di fare depositare tutto lo dinaro pendente che si ha
miso in executtioni a la detta fabrica in potere del detto di Sisilli acciò si
faciliti il negotio ingrandirsi ditta fabrica conforme al servitio di Iddio
Nostro Signore.
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